Il piccolo lustrascarpe: un racconto natalizio

1952
In questo periodo i racconti di Natale pullulano in rete, e anche Obbrobbrio vuole dare il suo contributo affinchè anche questo oscuro angolino della blogosfera sprigioni atmosfera natalizia.
Buona lettura!
«Dai, zio Johnny, raccontaci una storia!» dice la piccola Wendy, saltando sulle gambe di Rambo. La vecchia sedia a dondolo scricchiola, oscillando in avanti. Anche Daniel, che dal tardo pomeriggio non ha fatto altro che sorvegliare l’albero nella speranza di incontrare Babbo Natale, si avvicina a suo zio associandosi alla richiesta di Wendy.
Rambo sorride, accarezza entrambi i nipoti e annuisce. «C’era una volta, in Vietnam, un ragazzo che si chiamava John Voli…»
«Ma lo conoscevi, zio?» lo interrompe Daniel.
«Era alto come te?» domanda Wendy.
«Calma, calma» risponde Rambo. «Ascoltate in silenzio».
I due bambini si guardano, portandosi l’indice alla bocca come a volersi zittire l’un l’altro.
Rambo riprende il racconto: «John mi disse: “quando torniamo compriamo cento biglietti della lotteria, vinciamo un mucchio di soldi e ce ne andiamo a Las Vegas”. Non faceva che parlare di Las Vegas… e di comprarsi una macchina. Una Chevrolet rossa decappottabile, Lui parlava sempre di quella macchina, diceva che ci voleva correre fino a che si consumavano le gomme»
«Zio, zio!» grida Daniel, afferrando con le mani il maglione di Rambo «Posso chiedere anch’io una Chevrolet a Babbo Natale?»
«Cos’è una Chevrolet?» chiede Wendy.
Rambo scuote la testa e sorride ancora. «La Chevrolet è una grossa automobile. Babbo Natale potrà regalarvela solo quando sarete grandi»
«E questo John era grande?» domanda Daniel.
«Si» risponde Rambo.
«E cos’è successo poi?» incalza Wendy.
«Noi stavamo in un granaio» dice Rambo. «Arriva un ragazzino, con la sua scatola da lustrascarpe e, entra e dice “io lucidare prego, lucidare”. Io ho detto di no ma quello continuava a chiedere e Jo ha detto di sì. E io, io sono andato a prendere un paio di birre»
«Cosa c’è, zio Johnny?» domanda Wendy, guardando l’espressione di Rambo farsi sempre più cupa. Lo zio non sorride più, ha lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi sbarrati.
«…In quella scatola c’era l’esplosivo e quando lui l’ha aperta, il suo corpo è volato in aria in tanti pezzi. Era steso lì e urlava come una bestia e io avevo i pezzi della sua carne maciullata addosso, e ho dovuto, ho dovuto togliermeli da solo. Avevo i pezzi di carne del mio amico addosso, il sangue e tutto il resto. Cerco di rimetterlo insieme, ma le sue budella mi scappano sempre fuori. E nessuno mi aiuta, non c’era nessuno, e lui fa “voglio andare a casa, voglio tornare a casa”, e continua a ripeterlo “voglio andare a casa, Jonny, voglio guidare, andare sulla Chevrolet”, e io non riesco neanche a trovare, a trovare le sue gambe».
Wendy e Daniel scoppiano a piangere e scappano via, in cerca del conforto dei loro genitori.
«Non posso dimenticarlo» sbraita Rambo, rimasto solo sulla sedia a dondolo. «Sono passati sette anni, e succede tutti i giorni. Certe volte mi sveglio e non so neanche… non so neanche dove mi trovo. Non parlo con nessuno, a volte per giorni, per settimane. Ma come è possibile? Com’è possibile? Non posso dimenticarlo, non posso, che devo… che… che devo fare? Che cosa devo fare? Che cosa devo fare?!».

24 Commenti

  1. ouuuhhh nooo sono facilmente impressionabile ! la storia delle budelle mi ha fatto rabbrividire e anche schifare …

    La Wood di Svolgimento

    Bravo pero' tieni il ritmo come se guidassi una Chevrolet rossa

  2. Defezionario, La Catastica non è mai stata la mia materia preferita, tutti ste particelle mi davano sui nervi quando non le trovavo sui fogli!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here