“Domani sarà un giorno migliore” di Francesco Merlin

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Carissimi Visitors,

 

siamo stati tacciati così spesso di essere solo degli squallidi criticoni, gente priva di rispetto per gli artisti della penna che sognano un futuro da scrittori di successo, che da oggi cercheremo di guardare il lato positivo in tutto. Persino in “Domani sarà un giorno migliore” di Francesco Merlin.

Ci aggiravamo, infatti, nel Kindle Store di Amazon quando ci siamo imbattuti in questa recensione (cliccate, coraggio).
Io e la Dott.ssa De Pedantis abbiamo ormai visto la Luce, pertanto i nostri occhi inorridiscono alla vista di cotanta spietatezza nel giudicare un libro. E così, armati di pugno e spada, abbiamo intrapreso la lettura di questo capolavoro.

 

Sin dalle prime pagine, siamo piacevolmente stupiti dagli esotici nomi assegnati ai personaggi, nonostante la storia si svolga in Italia: NicolasAlex, Kevin, Morgan, Monika, Tom, Igor, Vicky, Gerry. “Che nomi di merda” penserete. Ottusi che non siete altro.

 

La storia inizia quando Alex, quattordicenne più maturo dei propri coetanei (nessuno in effetti sembra capirmi un cazzo”) e il suo amicone Kevin conoscono Nic, un tizio che ad un tratto, senza un apparente motivo, si staccò dall’albero al quale era appoggiato. Non sapremo mai chi avesse attaccato Nic a quell’albero. A dirla tutta, non sapremo un beneamato cazzo nulla di dove l’autore vuole andare a parare sino ai tre quarti del libro. Per quasi trecento pagine, infatti, leggerete di quanto fossero amici Alex e Kevin, di quanto Alex e Kevin si volessero bene, di quanto Alex fosse fortunato a conoscere Kevin. Trattasi di fighettini del cazzo ragazzini dei quali ci saranno raccontate le inutili giornate e i pipponi mentali più demenziali pensieri più profondi, e che vedremo alla guida di auto e moto di grossa cilindrata. Di tanto in tanto Nic inviterà Alex a sparare due colpi nell’avveniristico poligono di tiro situato nella sua cantina. All’improvviso, spunta il fratello cattivone di Kevin – soprannominato “Must” – che ha l’hobby di estorcere denaro a sua madre tagliuzzando il proprio fratellino. Notando sul petto di Kevin – i cui genitori si sono divorziati – i tagli che si combinavano insieme formando un segno… una croce, tipo una “X”, a quel punto del racconto anche il lettore s’è fatto dei tagli, sulle vene Alex decide di aiutare il suo amico a vendicarsi.

Nel frattempo, Nic è alle prese con la crudele “Polizia del tempo”, che lo tampina cercando di porre fine ai suoi viaggetti tra futuro e passato. Mentre Alex e Kevin si presentano davanti a Must, Nic è protagonista di una ridicola sparatoria al rallentatore con due poliziotti che evitano le pallottole in quanto il futuro lo conoscono già. Come andrà a finire? Chi sarà Nic? Lo intuirete già dalle prime pagine  scoprirete solo leggendo il finale di questa avvincente storia.
Per dare un tocco di realismo ai dialoghi tra i personaggi, e rendere la narrazione più ovina, l’autore inizia ben presto a farli belare:

 

«Eh beh… perché? Che… sei geloso?» gli chiesi ridendo.
«Oh si… sicuramente! E se non lo fossi potrei…beh, lo potrei anche diventare!»
Ridevamo entrambi come due scemi.
«Beh, caro il mio biondino dalla sessualità indecisa, ho il piacere di comunicarti che il tizio in questione avrà venti o venticinque anni, ha una bella casa, pure con la piscina, non c’è storia… e in ogni caso il mio cuore è altrove!»

ecco un altro esempio:

«…beh… che anch’io l’ho fatto per far colpo su di lei… che mi era sempre piaciuta… la verità insomma…»
«…beh, e com’è stato? Se non sbaglio era la tua… prima volta che… beh…»
Sbuffai. «No, non sbagli… però, beh… non è stato come pensavo, cioè… è stato bello… davvero…»
«Eh, dai! Meno male!» commentò Kevin ridendo. «Beh, quindi adesso ci sei insieme?»
Lo fissai sbigottito. In effetti, non ci avevo ancora pensato e questo particolare mi sfuggiva…
«Eh? Io… cioè… penso di si…» replicai un po’ farfugliando.
«Beh, per sicurezza è meglio se quando vi vedete ne parlate… non trovi?»

L’autore regredisce al livello dei personaggi al punto tale da sembrare anch’egli un analfabeta riempire sia i dialoghi che il resto della narrazione di “beh” e “bah”, raggiungendo l’apice della propria espressività con un monumentale “va beh”. Utilizzando lo strumento di conteggio parole presente in Microsoft Word, abbiamo ricavato questa interessante statistica:

Ben 196 “beh” a fronte di 145 pagine Word. E il conteggio dei puntini di sospensione, sapientemente utilizzati dall’autore al posto della comune punteggiatura, è ancor più sorprendente:

L’autore ha utilizzato in media tre puntini di sospensione ogni 13,82 parole. “Pesante”, penserete voi stolti lettori di mainstream. La verità è che il narratore sa come alleggerire la prosa:

  1. «La sai una cosa, ragazzino?» fece lui lasciandomi leggermente stupito.
  2. Tom mi guardò con aria leggermente stupita.
  3. La tazza di vetro del cappuccino scintillava leggermente.
  4. La fissai leggermente perplesso.
  5. «Come vuole Sarah…» le dissi balbettando leggermente.
  6. Quello con i capelli lunghi intanto ridacchiava leggermente.
  7. Io osservavo la scena leggermente in disparte.
  8. «Kevin, io…» cominciai balbettando leggermente.
  9. «Il Jack costa troppo, cazzone!» commentai ridendo in modo leggermente isterico.
  10. Le mie mani scivolarono intorno ai suoi fianchi, e sentii che tremava leggermente.
I personaggi parlano come dei coglioni si farebbe nella vita di ogni giorno, confessando di avere un po’ di caga e accontentandosi di piccole cose (Annuii, e fui felice nel farlo”).

Il racconto è ricco di momenti in cui la tensione è palpabile, al punto che il protagonista prova brividi lungo le braccia, ma soprattutto un brivido alla fronte dove qualche goccia di sudore era scivolata qualche istante prima. In quelle situazioni – ammette con saggezza il protagonista – ogni istante che passa sembra essere un secolo buttato nel secchio dell’imbecillità.

Alex deve affrontare attimi difficili, conversazioni che lo feriscono dritto alla base del cervello, sguardi dei genitori pesargli sulla nuca mentre il vento gli scompiglia i capelli ogni qualche istante. Ci saranno anche attimi di terrore quando Alex, confuso, si alzerà dal divano mettendosi le mani nella testa.

Tra motorini arrogantemente truccati e russi che bevono come turchi non mancheranno attimi felici (“stavo sdraiato sul pavimento che ridevo”) e indimenticabili, prime esperienze d’amore con una ragazza che forse lavora in pescheria, tant’è che Alex ammetterà d’essere stordito dal suo profumo […] Ma non potete capire… Non potete, nonostante tutto questo, lo so, sia anche parte di voi…Ma non potete comprendere quella magia che si respirava nell’aria… e allora, che cazzo lo racconti a fare?
Prima di congedarci da voi, carissimi Visitors, ci teniamo a condividere con voi alcune frasi che ci hanno particolarmente colpito in questa cacata di romanzo toccante opera letteraria.

 

Si va dal filosofico…
“una cosa che si smarrisce nell’oblio della mente non si dissolve nel nostro mondo… eh no, resta. E aspetta. In agguato… pronta a saltar fuori… e lì sono cazzi!”
 
“Prendiamo ad esempio le religioni: esse parlano quasi sempre, forse in vena consolatoria, o forse per altre ragioni, di una seconda vita, un’altra occasione per riparare agli errori commessi.”
 
“è tipo il principio di una qualche palandrana dell’antica Grecia, un certo Socrate, presente? Dai è famoso… beh, il concetto credo si chiami maioutila… o maieutica… qualcosa del genere…”
 
…al lapalissiano:
“Mi chiusi dietro la porta e subito l’oscurità avvolse tutto quanto nella sua morsa avvolgente”.
 
“La vita può essere, quando ti viene tolta, una cosa senza la quale non puoi stare”.
 
L’introduzione al romanzo recita: Scrivere “Domani Sarà un Giorno Migliore” non è stata una passeggiata. Direi di no. Ho impiegato un anno intero, battendo intere pagine, per poi cancellarle, subito dopo, in preda a strani raptus di cui io stesso ignaro le ragioni.
 
Le ignariamo anche noi, caro Francesco. Consolati leggendo le competenti e imparziali opinioni di chi ha recensito il tuo libro su i-tunes (click) o su Amazon (click).Francesco Merlin, che sul suo blog si definisce uno “psyco writer”, a differenza del più celebre Psyco, sotto la doccia ha ucciso la grammatica si è preso molte licenze d’autore, sbagliando di proposito una quantità industriale di apostrofi (“un’istante ripetuto ben quattro volte), accenti e modi verbali («Io… beh, credo di si ma…» replicò lei prima che la interruppi). Si tratta di un autore poco più che ventenne, è troppo tardi per un aborto che ci delizierà a lungo con le sue avvincenti storie.
Contenti, vero?

27 Commenti

  1. "quando Alex, confuso, si alzerà dal divano mettendosi le mani nella testa."

    ecco, provate ad immaginare questa scena. Se siete a casa, provatela proprio, sedetevi sul divano e poi alzatevi mettendo le mani NELLA testa. Divertimento assicurato 😀

  2. I puntini… quando sarò finalmente ricco e famoso nonché sindaco dell'Universo provvederò personalmente a modificare le tastiere, in modo da dare la scossa a chiunque prema per tre volte consecutive il tasto ".".
    E non si tratterà di una leggera scossa, se devo sbattermi per modificare personalmente qualche milione di tastiere esigo che diano almeno 12.000V.
    Comunque l'aforisma "La vita può essere, quando ti viene tolta, una cosa senza la quale non puoi stare" ha il suo perché, non è il solito "la vita è crudele, nessuno ne esce vivo": qui c'è quel "può essere" che scompiglia le carte in tavola, porta a rileggere, disequilibra il concetto stesso di vita/morte. Oltre ad essere una battuta finemente ironica se intesa come citazione dalla battuta di Woody Allen. Probabilmente si tratta di un caso fortuito, ma magari no.

  3. Beh…….. mi sembra davvero un gran bel libro… e poi il titolo, beh, richiama leggermente i Lunapop……… (ora andrò avanti a canticchiare la canzone per tutto il pomeriggio -.-')

  4. Non lo rileggerei, però devo ammettere che ci ha regalato intensi momenti di ilarità. Ricordo ancora quando Nic si staccò dall'albero. Erano le due di notte……. I vicini cominciarono a dare cazzotti sui muri per farci smettere di ridere…….
    ……………………………..Poi arrivò Kevin, il nostro migliore amico. L'amico migliore che possiamo avere e che gli altri potranno solo immaginarsi.

  5. ah, l'ultimo aggioramento del blog del tipo risale ad ottobre 2012. Se vuoi scatenare una bella flame war mi sa che devi linkargli la recensione su facebook 😀

  6. "Ogni qualche istante" vince!!! Siete voi che non capite l'evoluzione del linguaggio, ignaranti! Comunque…anzi beh…complimenti per il fegato: il vostro a volte è davvero uno sporco lavoro!

  7. Quando mi sarà passato il "mal di pancia" dalle risate giuro lo compro!

    P.S. commento corretto per via di errori nella sinossi… (che cazzo centra la sinossi, vi chiederete? Appunto, altrimenti che lo correggevo a fare?)

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