La cassetta degli attrezzi

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Ogni scrittore, per pianificare e realizzare i suoi obbrobri artistici, adopera strumenti che lo aiutano a migliorare la sua produttività. Lungi da me propinarvi robaccia come un libro sulla grammatica italiana o un manuale che vi spieghi come utilizzare la punteggiatura senza sembrare dei cerebrolesi, ho realizzato una lista di strumenti indispensabili per la scrittura.
La “cassetta degli attrezzi” di uno scrittore deve contenere:
  • un editor di testo senza troppi fronzoli, che si faccia i cazzi suoi quando scrivete “qual’è” o “un’altro”;
  • un dizionario online dei sinonimi e dei contrari che vi aiuti a sostituire il verbo “dire” con una manciata di sinonimi dei quali ignorate il significato (“si potrebbe andare al mare” – arzigogolò Juliet)
  • google maps, con l’utilissimo street view che vi consentirà di ambientare i vostri racconti in luoghi esotici sui quali non sapete una beata mazza;
  • una dozzina di videogame giapponesi dai quali scopiazzare le trame dei vostri fantasy;
  • un riassunto de “Il Signore degli Anelli” per gli stessi motivi del punto precedente;
  • un account Yahoo per chiedere consigli ai tredicenni esperti del settore;
  • un modello di denuncia per il reato di ingiuria da utilizzare in caso di critiche alle vostre opere;
  • qualche droga creativa che non vi farà scrivere meglio ma resta comunque un piacevole trastullo.
Se nella cassetta c’è ancora dello spazio, infilateci anche i consigli che seguiranno.
Evitate come la peste quaderni, quadernini, penne e matite che non vi serviranno a nulla. Non leggete: il vostro talento innato non deve lasciarsi imbastardire dallo stile altrui. Intimidite chiunque vi faccia una critica, ricordategli che la grammatica è un’opinione e che l’importante è che si colga il messaggio. Se una casa editrice vi chiude la porta in faccia, non svendete il vostro racconto su Amazon: ci sono tanti editori che, pur di realizzare il vostro sogno, si impegneranno a fondo per diffondere il vostro Verbo. Vi basterà acquistare qualche centinaio di stampe del vostro stesso libro alla modica cifra di trentotto euro cadauna. Ma di questo parleremo nei prossimi capitoli.

18 Commenti

  1. Lo street view (stradavista) in realtà è già un fantasy di per se… un mondo pieno di gente con la faccia pixellata, di macchine con le targhe pixellate… è un film di zombie educati.

    Capezzone ♥ ♥ ♥ ♥

  2. Altro buon suggerimento: luoghi comuni a gogo.
    Per esempio se, come accade in un recente superfluo libercolo (mi pare s'intitoli "OGNI ROMANZO MALSCRITTO È TREMENDO", o qualcosa del genere), l'autrice usa il primo capitolo per darci l'interessantissima informazione di essere nata a Trieste, pensierini delle elementari sulla Bora! (A Trieste c'è la Bora, signorina maestra… :D)
    Poi, sbizzarrirsi nell'uso di espressioni che userebbe anche una settenne al suo primo articoletto sul giornalino parrocchiale (per esempio "la Storia con la S maiuscola" ecc…)

    Sto cercando di scherzare, ma che tristezza… libercoli così non solo esistono davvero, non solo vengono pubblicati dalla grande editoRAGLIA, ma vengono pure pompati da inamidati scrittoroni sul corriere cultura…. 🙁

    • eheh fino a qualche tempo fa credevo fossero peculiarità dei libri pubblicati con editori a pagamento o self publishing. Dopo aver sbirciato l'ultimo disastro di Ken Follett ho realizzato che se hai un grosso gruppo alle spalle puoi anche scrivere di merda, la gente comprerà migliaia di copie.
      Spero che nella letteratura non valga la legge economica che vorrebbe la domanda "creata" dall'offerta. Se la domanda di libri viene creata da un'offerta così mediocre, non abbiamo motivi per essere ottimisti.

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