Confessioni imbarazzanti

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Non ho mai amato Fabio Volo (nessuno dice di amarlo, sebbene i suoi libri vendano un casino). Eppure, grazie a lui, ho scoperto uno scrittore destinato a diventare uno dei miei preferiti. Circa dieci anni fa, infatti, ascoltando casualmente una radio sentii la voce di Volo leggere una frase di Educazione di una canaglia, l’autobiografia di Edward Bunker. Acquistato il libro, lo lessi in tre giorni. La mattina del quarto giorno andai in libreria a ordinare Come una bestia feroce e Cane mangia cane.

Pessoa mi fa cacare. Stesso dicasi per quel mitomane chiamato Herman Hesse. Il lupo della steppa l’ho mollato dopo otto pagine, mentre Siddharta l’avevo quasi finito ma…  ho avuto un crollo a una dozzina di pagine dal finale.
Lentamente muore, attribuita per sbaglio a Neruda dalle orde di imbecilli che l’hanno sistematicamente condivisa fino a infestarne il web, suona come l’augurio che faccio ai maniaci del copia e incolla.
Questa è pesante, lo so. A ventiquattro anni ho letto Esco a fare due passi. Mi piacque così tanto che… lo prestai alla persona più distratta che conoscevo. Come previsto, non me l’ha più restituito.


Credo che 1984 sia un libro sopravvalutato. Allo stesso tempo, adoro i saggi di Orwell e la raccolta Diari di Guerra è uno dei miei libri preferiti sul secondo conflitto mondiale.


Ho dovuto iscrivermi a un corso di laurea in Lingue e Letterature Straniere per abbattere i miei pregiudizi sugli autori italiani. Fino al giorno del diploma li avevo boicottati. Complice un’insegnante (sì, con l’apostrofo) al cui confronto Pavesi e Leopardi avrebbero potuto condurre Zelig.

Da ragazzino amavo il fantasy. Avevo scoperto Tolkien grazie a un gruppo metal, i Blind Guardian, che si erano ispirati a uno dei suoi libri per realizzare un album. Tolkien non se lo cagava nessuno, o quasi, in Italia. Quando mia sorella mi regalò Il Signore degli Anelli mi sentii la persona più felice al mondo. Qualche giorno dopo lessi su Metal Hammer che era in programmazione un film ispirato a quel libro. “Lo sputtaneranno e lo prenderò in odio” pensai, stupidamente. E stupidamente avevo ragione, in quanto stupidamente quel libro non son più riuscito a leggerlo.

Avanti, toglietevi qualche peso. Confessate anche voi.

46 Commenti

  1. On the Road. Non capisco perché sia diventato un classico, sicuramente sono io che non ci arrivo. Per me è stato una rottura di palle dalla prima all'ultima pagina. L'ho finito solo per senso di soggezione nei confronti della fama del libro. Magari mi ricordo male, ma io ci ho trovato solo la cronistoria pedissequa e monocorde delle cazzate che quattro balordi fanno in giro per l'America credendo di compiere chissà quale percorso spirituale. Secondo me tutto il libro non vale una pagina qualsiasi dei tropici di Henry Miller. Ecco ora mi sento meglio. Grazie.

  2. Ah però! Non pensavo lei sparasse Pessoa. Anch'io ho iniziato il libro dell'inquietudine, senza finirlo. Però vorrei dargli una seconda possibilità. La verità è che ho scelto di leggere Pessoa, partendo dalle poesie scovate su internet. Il libro di cui sopra l'ho trovato stilisticamente ineccepibile – insomma, bravo è bravo – ma troppo bloccato e… depressivo (la prefazione dice pure: evitate di scambiare le sue pippe mentali per le vostre XD).

    Anche Herman Hesse l'ho ammirato molto come poeta, ma Siddharta l'ha comprato mio fratello (che compra un sacco di libri e non ne legge manco uno). Letto per curiosità, non ricordo se fino alla fine (mi sa che mia madre l'ha conservato da qualche parte prima che riuscissi a finirlo e poi me lo so scordato). Non mi ha conquistato, ma mi è piaciuto. Ho trovato molto affascinante la figura del samana.

    Per quanto riguarda Fabio Volo, ti confermo che – ahimè – è anche a casa mia. Regalato a mio fratello. Non sono riuscito a leggerlo. Invece, causa dimenticanza di libri, durante un weekend l'estate scorsa, per passare il tempo mi sono autoflagellato con un libro di Margaret Mazzantini, di una mia amica. Storia di una coppia che durante una cena (una cena di 200 pagine!) si confronta sul perchè ha divorziato -.- All'inizio credevo che la cena fosse solo un momento di passaggio. Ho saltato di capitolo in capitolo, ma niente. Continuava. Continuava. Continuava… E anche quello che si dicevano: si ripeteva. Si ripeteva. Si ripeteva.
    Anche per questo neanch'io mi fido degli italiani.

    Comunque ho apprezzato moltissimo diversi libri di Baricco, sebbene da diversi anni devo ammettere che scrive veramente delle porcherie.

    Con un'antologia dello Zibaldone (Tutto è nulla), ho scoperto un Leopardi inedito e arguto, ben diverso dalla figura del pessimista cosmico che propina la scuola. Di conseguenza, naufragar m'è dolce nel suo mare.

    Il mio incontro con George Orwell è stata colpa dell'università. La mia prof di inglese che diceva di essere italoamericana (ma era molto italo e poco americana), ci costrinse a comprare un libro scritto da lei sui saggi di Orwell. E' stata la prima volta in vita mia che ho desiderato bruciare un testo. Comunque dall'incontro ne è uscita la mia citazione preferita: «Da una lingua corrotta, derivano idee corrotte». Sono anni che continuo a dire che voglio leggere 1984 e La fattoria degli animali, ma non li prendo mai. Dalla sua opinione direi che forse ho fatto sempre bene.

    A proposito di libreria: di solito scelgo cosa leggere dopo una lunga ricerca di informazioni sull'autore o perché colpito da un passo brillante estratto dal libro (come mi capitò per Jack London con il suo Martin Eden letto da Broccoli alla radio). Qualche volta, però, ho scelto in base alla copertina. Ecco cosa è successo:
    – Massima delusione: Murakami. Continuavo a vedere ristampe su ristampe di 1Q84 e Norwegian wood. Mi sono fatto regalare il secondo dei due. Una palla mortale. Spiegoni senza fine e zero nippofascino.
    – Sulla fiducia per l'autore, ho preso pure La lentezza di Kundera. Una palla peggio di Murakami. Abbandonato a metà nonostante l'interessante concetto di "judo morale" introdotto nel libro (e che è l'unico motivo per cui, forse, un giorno lo riprenderò).
    – Il capolavoro: fortunatamente la prima volta che decisi di seguire l'istinto, scelsi bene. La fascetta allegata al libro recitava: premio Nobel 2006. Ma questo non mi convinse affatto. A farlo fu una splendida miniatura settecentesca di una danzatrice, disegnata alla maniera cinese come si usava all'epoca in Medio Oriente, che adornava la copertina. Beh, devo dire che anche il libro è splendido. "Il mio nome è rosso" di Orhan Pamuk si è guadagnato un posto d'onore sullo scaffale dei miei libri preferiti.
    Il signore degli anelli, invece, mi piace sempre. Mi sono piaciuti anche i film.

  3. Di Hesse ti consiglio Fantasma di mezzogiorno.
    In ogni caso, qualche annetto prima che se ne parlasse per i film in produzione, mi feci regalare Il Signore degli Anelli, tutto contento e convinto.
    Ci avrò messo un anno per finirlo, e saltando diverse parti XD

    I classici tipo Zanna Bianca & Co. mai sopportati, forse perché li lego alla scuola, il posto dove si ammazza anche la lettura di piacere.

    Moz-

  4. Il mio outing non sarà mai così coraggioso, comunque:
    1) Il giorno di ferragosto del 2004, all’età di 22 anni e 10 mesi, ho trovato un libro dimenticato su un lettino in spiaggia. L’ho preso, l’ho letto e mi è piaciuto molto. Non era di per sé un obbrobrio, ma gli altri scritti dal medesimo autore lo sono eccome: Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia. Mi vergogno come una ladra.
    2)Credo che il libro più palloso mai letto in vita mia sia Il deserto dei tartari di Dino Buzzati. Ce l’avevano assegnato a scuola come lettura dell’estate ed ho solo fatto finta di leggerlo. Altra lettura estiva delirante: La novelle Eloise di Rousseau. 700 pagine di rottura di palle.
    3)All’università, quando ho dato l’esame di Letteratura Italiana, il percorso monografico era su Italo Calvino. Il professore, dopo aver visto sul libretto che ero di Sanremo (studiavo a Milano), città in cui l’autore è nato e cresciuto, si è acceso come una lampadina, mi ha fatto un sorrisone e mi ha chiesto soltanto quello. Si è esaltato anche nel sapere che avevo studiato nello stesso liceo. Ho preso un trenta rubatissimo, che compensa il fatto di aver dovuto ripetere quattro volte Economia Politica
    4)Mi piacciono I Promessi Sposi. A scuola ero felicissima quando c’era la giornata ad essi dedicata.
    5)Non amo leggere classici: li ho studiati per troppi anni. Preferisco la letteratura moderna. Adoro i thriller.

  5. Per me è sopravvalutato enormemente Il vecchio e il mare di Hemingway, 80 pagine di pura noia in cui non accade nulla e che mi ha richiesto un mese intero per leggerlo.

    Ho odiato anche Cent'anni di solutidine di Marquez, altra noia, un guazzabuglio di Antonio Buendia tale che alla fine non capivo più chi fosse chi. Una narrazione soporifera.

    Ho letto quasi tutta la saga di Shannara e non me ne vergogno. Il signore degli anelli m'è piaciuto, ma a causa dei film non riesco più a rileggerlo neanche io.

    Quel che resta del giorno è un altro romanzo insulso.

    Finzioni di Borges viene osannato, ma, oltre al fatto che non ne ricordi neanche una parola, ancora non capisco di cosa abbia parlato quel libro.

  6. Di confessioni imbarazzanti da fare ne avrei diverse, mi limito alle più eclatanti: ho letto la saga di Twilight. Sorvolo sul giudizio. O meglio, non c'è nulla da dire.

    Trovo Cent'anni di solitudine sopravvalutato.

    Neruda mi fa cagare.

    Non riesco a digerire Hemingway, ad eccezione de Il vecchio e mare che divorai da adolescente in un pomeriggio invernale davanti a un camino.

    Mi piace la letteratura erotica, quella seria (non robaccia come "50 sfumature di noia". Uno su tutti: The surrender, filosofia del sesso anale 😀

    Ma anche Il delta di Venere di Anais Nin, per capirci. E no, i libri del Marchese non rientrano nella letteratura erotica, ma nella filosofia tout court.

    Ho letto Fabio Volo (visto che lo citi) una volta, per una ventina di pagine, in una libreria Mondadori (sai, di quelle coi divanetti) mentre aspettavo che il mio compagno facesse acquisti al piano di sopra in cui si vendeva tecnologia. Quando il mio compagno arrivò e mi disse che era ora di andare, non mi dispiacque abbandonare il libro lì sul ripiano dove lo avevo trovato.

    Da adolescente, durante una lunga convalescenza a letto per via di una gamba rotta, lessi alcuni Harmony che mi portava la mia vicina di casa. Dopo il terzo avevo capito che letto uno, letti tutti, bastava solo mischiare gli addendi. Per cui passai a fare i cruciverba.

    Cos'altro… ah sì, questa è una confessione che pare un po' da una che vuole tirarsela, ma in fondo è verità non vedo quindi perché non riportarla: a dieci anni divorai i Promessi Sposi con enorme piacere e divertimento. Ripetei l'esperienza a 14. Poi a venti. Insomma, quel libro mi piace assai.

    Mi prendo infatuazioni bollenti. Se un autore mi colpisce, corro in libreria a prendere tutto di lui. Poi magari la cotta mi passa dopo un po'.

    Tra Tolstoj e Dostoevskij, mille volte il secondo. Anna Karenina sopravvalutato infatti, anche se Resurrezione non è male.

    Non ce l'ho fatta a finire La certosa di Parma.

    Non ho mai letto Il signore degli anelli e manco Guerra e Pace. Nei miei pensieri: leggere tutta La recherche, prima o poi…

    Direi che sia il caso di fermarmi, mi sono sputtanata abbastanza. 😀

  7. Stoner non mi è piaciuto. Proprio per niente. Mi sono fatta due palle così.
    Haruki Murakami lo prenderei a calci in culo per quanto è logorroico.
    Libertà di Franzen l'ho abbandonato per sfinimento prima della metà, però ho letto tutto "Mea Culpa" di Fabrizio Corona.

  8. Odio tutti gli autori che in un dato momento sono in voga. Ho una profonda avversione per gli autori ancora in vita, non lo so perché.
    Milan Kundera, l'unico autore ancora vivo che mi riservo di leggere. L'ho conosciuto quando la feltrinelli cominciò a smerciare "L'insostenibile leggerezza dell'essere". Ho letto tutti i suoi libri e solo alla fine quello più conosciuto, rivelatosi anche quello che meno mi è piaciuto.
    Fabio Volo, ho letto ben due libri. Non ricordo i titoli, il mio io li ha rimossi. Ero in vacanza in un posto in cui non avrei voluto essere con persone che non avrei voluto vedere. Era l'unico momento di "svago". Solo una frase ricordo e mi fa ancora ridere oggi: "Era bella dentro… Dentro un cassonetto."
    Guerra e Pace, o ne senti parlare benissimo o malissimo. Ho letto poche pagine e non l'ho mai più riaperto. Purtroppo ho etichettato il suo autore come "troppo palloso e prolisso" per i miei gusti.
    Dostoevskij, lo amo. Se c'è un libro che mi ha fatto cadere le palle più di tutti è "I demoni". Le prima 50 pagine mi sfiancarono così tanto che non riesco nemmeno a vederlo in libreria. Lo tengo nascosto.
    Nietzsche, un autore folle, che non si può non amare. Ho letto e riletto quasi tutti i suoi scritti. Non sono mai riuscita ad arrivare alla fine di nessuno.
    Alessandro Cassano, un blogger sopravvalutato. Cominciai a leggere il suo libro (ancora inedito) quando scrivevo la tesi. Non riuscendo a staccarmene ritardai la mia laurea di un anno. Abbandonai la lettura de "Il Capitale" per "La notte dei truzzi".
    Ultima e peggiore. A 13 anni lessi una trilogia (credo, non ricordo) di un certo Marc Levy. Una storia d'amore surreale da cui hanno tratto anche un film. Ahimé, ho pianto. Ho rimosso tutto il resto.
    Con questo è tutto…. Tutto quello che posso dirvi. :s

    • Eppure, me ne dolgo. Parlandone con persone che l'hanno letto mi hanno confermato che, passata quella prima fase pallosa, è bellissmo. Non ci riesco, è più forte di me. Forse fra 10 anni. 😀

    • Io di Kundera ho letto l'insostenibile leggerezza, l'identità e l'ignoranza. Però ho avuto la sensazione che il primo fosse più interessante degli altri due e che meritasse giustamente la fama di opera maggiore. Volendo leggerne un altro, quale mi consiglieresti?

    • Io di Kundera ho letto poco, tuttavia L'insostenibile leggerezza dell'essere è tra i miei romanzi preferiti. Anche se per capirlo ho dovuto leggerlo due volte a distanza di anni, la prima in effetti non l'avevo "sentito".

  9. Ah, sì… ho letto alcuni romanzi tratti dagli episodi di X-Files!
    Robetta leggerissima da scuole medie. Ehi, ma io… frequentavo proprio la scuola media! 😀

    Moz-

  10. Ah… Ho letto tutti i vangeli.
    ………………………………………………………………………. Tranne quelli apocrifi.
    Ho degli scheletri nell'armadio.

  11. Ho letto tutta, o quasi, la Beat Generation a 19 anni. Ho letto anche tutto Hemingway alla stessa età, tranne i racconti. All'epoca mi erano piaciuti, oggi non li rileggerei.

    1984 andrebbe letto dalla seconda metà del libro in avanti. La prima metà, stucchevole e lenta (hai ragione) oggi sarebbe stata tagliata da un buon editor. Tuttavia lo trovo geniale e anticipatore.

    Tolkien l'ho letto martellandomi le p…e! Bello, certo, ma se ne poteva fare un romanzo da seicento pagine togliendo Tom Bombadil e tutta la peregrinazione dei due hobbit verso il vulcano. La noia incombe sul lettore. Belle le scene di battaglia invece.

    Ho odiato profondamente "I promessi sposi" e non perché me li abbiano fatti leggere a scuola. Semplicemente non mi pare un romanzo all'altezza dei contemporanei di Manzoni. È eccessivamente aulico, noioso e stucchevole. Stessa cosa vale per Verga, il verismo non fa per me.

    Attualmente leggo praticamente tutto di Chuck Palahniuk, forse un giorno mi pentirò anche di questo, ma per il momento mi piace.

    King lo leggo perché non si può non farlo. Alcuni romanzi mi piacciono, altri decisamente meno. Doctor Sleep non sono riuscito a finirlo.

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