“Come uccidere tuo marito” e altre storie fantastiche

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Premetto che non mi interessa fare lo smascheratore di bufale: c’è gente molto più ferrata e capace del sottoscritto che svolge già un servizio ottimo. Ho scelto come esempio una notizia che non riguarda la politica, affinché nessuno potesse torturarmi le parti intime accusandomi di parzialità.

In principo era il cosiddetto clickbaiting, l’arte di realizzare titoli e contenuti esca per accalappiare internauti. Oggi sorridiamo leggendo titoli come i dietologi lo odiano, ma cadiamo ancora vittime del marketing dell’informazione.

Tralasciando i siti-feccia, notoriamente cazzari, è interessante come la tendenza all’adulterazione della verità stia coinvolgendo sempre più testate giornalistiche. Orde di articolisti anonimi si sbizzarriscono nello sfornare, ogni giorno, contenuti che vanno dal post che promette tanto e poi non dice un cazzo a quello tendenzioso, dalla notizia ritoccata alla bufala clamorosa.

Un pratico esempio

Qualche giorno fa si è diffusa la notizia che una scrittrice statunitense è stata accusata di aver ucciso suo marito. La donna, Nancy Brophy, aveva scritto un post di 700 parole (più o meno la lunghezza di questo articolo) su un blog chiamato See Jane publish. Il testo, intitolato ironicamente How to kill your husband, era un breve saggio sulla scrittura elencava una serie di moventi e possibili scenari di un delitto passionale.

Quelle settecento parole pubblicate su un blog sono diventate, per i giornalisti nostrani, un libro su come uccidere il proprio marito.

Ecco i titoli pubblicati da alcune testate italiane:

Repubblica:

Scrittrice del libro “Come uccidere tuo marito” accusata di averlo ucciso davvero 

 

Corriere:

Autrice del libro «Come uccidere tuo marito» arrestata per averlo ucciso davvero 

 

Il Giornale:

Usa, scrive un libro su come uccidere il marito: accusata di averlo fatto davvero

 

il Secolo d’Italia:

Arrestata l’autrice del libro “Come uccidere il marito”. Ha ucciso il marito (qui si dà addirittura per scontata la sua colpevolezza!)

 

Risultato: la notizia è diventata virale. Migliaia di condivisioni sui social e nessuno, proprio nessuno, che si sia posto qualche dubbio sulla veridicità di ciò che i giornali avevano riportato. Qualcuno penserà che l’omicidio, però, c’è stato davvero. Certo, il marito della Brophy è morto, stecchito. Senza la balla del libro, però, un “banale” omicidio avvenuto da qualche parte nell’Oregon avrebbe mai destato scalpore in Italia?

Ovviamente, il titolone di cronaca genera visite. Le visite fanno felici gli sponsor e, di conseguenza, portano qualche spicciolo in più al giornale di turno. Lo sciacallaggio creativo, però, ha bisogno di condivisioni per alimentarsi. E qui entriamo in ballo noi, con il nostro indice pronto a cliccare su quel magico bottoncino.

La bufala politica

Maldestro strumento di opposizione da sempre, la bufala politica può essere plateale o lavorare di fino. Chi ha motivazioni reali e fondate non ha bisogno di inventarne altre. Questo l’ho scritto anche al tizio che, qualche giorno fa, anziché ringraziarmi per avergli fatto notare di aver riportato informazioni distorte per quanto riguarda la nuova normativa sul porto d’armi,  mi ha velatamente dato del salviniano (va’ a spiegargli che, per me, se cacciatori e lobbisti si estinguessero vivremmo in un mondo migliore).

Qualcuno può pensarla come noi riguardo a un determinato argomento, ma se lo fa sbandierando informazioni palesemente false danneggia anche noi e la nostra possibilità di dialogare con chi non è del nostro stesso avviso. È per questo che dovremmo essere vigili ed esigenti anche nei confronti di chi fa parte, almeno apparentemente, della nostra stessa nicchia.

Pensatela come volete: siate di destra, di sinistra, di centro. Siate agnostici, atei, credenti o creduloni. Prima di condividere la prima notizia che vi passa sotto il naso, però, assicuratevi che sia vera. Farete un favore a voi, al prossimo e ai giornali stessi, che da soli non si regoleranno mai: la loro escalation li condurrà inevitabilmente a fornire un pretesto per l’ennesimo, clamoroso giro di vite alla libertà d’informazione, che porterà all’ennesima, clamorosa protesta contro l’ennesimo bavaglio imposto dal Governo Tal dei Tali. Qualcuno vi insulterà, qualcun altro vi accuserà di parteggiare per l’una o l’altra fazione.

Per finire, una rassegna stampa

Il Corriere del Mattino:

Blogger accusa i giornali di inventare le notizie.

 

La Gazzetta del Compagno:

Folle anatema di Obbrobbrio contro la libertà di stampa.

 

Il Nostalgico:

Obbrobbrio: l’opposizione pubblica solo bufale contro Salvini.

 

L’interventista:

Blogger augura la morte a seicentomila cacciatori.

 

Loffington Post:

Obbrobbrio pubblica un libro su come uccidere vostro marito.

 

4 Commenti

  1. Eheh, se ne potrebbe discutere per ore.
    Tanto più che, ormai si sa, esistono account che generano volutamente bufale per pilotare un pensiero.
    Poi ok, se ci cascano i giornalisti, siamo messi male.
    Intanto, la scrittrice sicuramente ha guadagnato popolarità 🙂

    Moz-

  2. Bentornati! Purtroppo, il dibattito su come dovrebbe funzionare la libera informazione, in Italia, è stato rimandato di vent’anni, passati a incistarsi sui conflitti di interessi. Nel frattempo il mondo è andato avanti, sarebbe il caso di fare tabula rasa e ripensare il sistema da zero, ma, siccome io leggo solo blog che contibuiscono all’allungamento del pene, mi chiamo fuori.
    P.S: complimenti per il ciclopico lavoro di trasbordo e riorganizzazione, più una cosa costa fatica e maggiori soddisfazioni porta, continuate così.

    • Bentornato a Lei, Dotto’.
      Le confermo che la migrazione e il restyling son stati un lavoraccio, specie perché non avevo mai messo mano su WordPress in vita mia. Ne varrà la pena? Chi lo sa. Le confesso che qualche mese fa mi balenava l’idea di chiudere baracca e burattini. Staremo a vedere 🙂

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