Lo confesso, non li sopporto. Non sopporto la loro conoscenza biscardiana dell'italiano, non sopporto i loro inglesismi da quattro soldi. I loro social networks, blogs, films, roba da impiccarli per i coglions. Non sopporto i loro grassetti, le loro sottolineature a misura di deficiente. Il loro emanare marketing da ogni poro, il loro fare da gente che vuole venderti qualcosa anche mentre dorme. Non sopporto le loro strategie vincenti, il loro atteggiarsi da coach di 'sta minchia.
Non sopporto il loro feticcio per i numeri, le statistiche, i grafici in cui convertono ogni individuo fatto di carne, ossa, pelle e una mente in media più pensante della loro. I loro motti mi danno il voltastomaco, le loro vetrine virtuali le salto a piè pari come farei con la loro stretta di mano nella vita di ogni giorno.
Il web avrebbe potuto costituire una rivoluzione in positivo, dando la possibilità a chiunque di accrescere le proprie conoscenze, di sviluppare il proprio senso critico. Ma loro lo hanno plasmato a propria immagine e somiglianza, rendendolo il media perfetto per l'apologia della mediocrità.